Mi sono avvicinato alla scrittura a pochissimi anni dalla pensione, dopo una vita trascorsa come insegnante di informatica. Merito di un corso di formazione per counselor che ha tirato fuori quelle risorse sopite in me fin da quando ero un poco più che un bambino.

Che ci fossero lo sapevo; mi piaceva scrivere, l’insegnante di lettere diceva a mia madre che avevo molta fantasia e leggeva i miei temi nelle altre classi.

In età adolescenziale è nata qualche poesia, che non era poesia ma prosa poetica. Cose da ragazzi, come tanti a quella età.

Il tutto è nato quasi per caso: una relazione, peraltro mai richiesta, che diventa il primo romanzo e i numerosi riconoscimenti nei premi letterari. Oggi posso dire che la scrittura è diventata la parte attiva della mia vita e i romanzi, che spesso nascono su fatti assolutamente casuali, ne segnano le tappe. Potrei addirittura scrivere la mia autobiografia seguendo il filo dei romanzi pubblicati.

Già, un’autobiografia seguendo il filo dei romanzi pubblicati, perché ciascuno di essi nasce da un evento specifico, evento che ha significato in quel momento della vita e non in altri. Eventi quasi sempre casuali, piccole storie, incontri fortuiti, conoscenze, fatti assolutamente banali ma anche di rilievo. Un pensiero e parte l’idea e dall’idea si passa alla storia.